OBIEZIONE DI COSCIENZA ED INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
a cura di Redazione Ogl Toscana
16 Febbraio 2018
Mozioni
Nella seduta del 12 aprile 2017 è stata approvata dal Consiglio Regionale la mozione n. 704 in merito “all’applicazione dell’interruzione volontaria di gravidanza prevista dalla legge 22 maggio 1978 n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza)”.
Con questa mozione – approvata con 22 voti favorevoli, 9 voti contrari e 1 astenuto – il Consiglio impegna la Giunta regionale:
-ad assicurare adeguati parametri di personale sanitario al fine di garantire la piena applicazione della l. 194/78, tutelando, al contempo, il personale sanitario non obiettore, in conformità anche al richiamo europeo ricevuto dall’Italia in materia;
-ad adempiere i compiti di vigilanza posti a carico della Regione sul regolare e corretto espletamento delle procedure di IVG – Interruzione Volontaria di Gravidanza – anche attraverso la mobilità del personale;
-a prevedere, nel caso di situazioni di grave carenza di personale medico non obiettore, l’indizione di concorsi pubblici con l’inclusione tra i requisiti per la partecipazione della necessaria disponibilità a svolgere tutte le specifiche procedure previste dall’art. 7 l. 194/78 e l’effettuazione degli interventi di IVG.
Il fattore che ha generato la necessità di questo intervento è costituito dal trend in ascesa della percentuale di medici obiettori di coscienza all’interno dei servizi dedicati all’applicazione della l. 194/78.
Nonostante i dati relativi all’IVG in Italia siano confortanti – l’Italia in Europa è tra i Paesi con il tasso di abortività più basso, e a livello nazionale le interruzioni volontarie di gravidanza sono in costante diminuzione – si è riscontrato il timore che il tasso sempre più elevato di medici obiettori possa ripercuotersi sul diritto all’IVG riconosciuto dalla legge a tutte le donne.
Le circostanze che hanno portato il Consiglio Regionale alla formulazione della su esposta mozione sono:
-il richiamo all’Italia da parte del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa – Strasburgo, udienza del 07.09.15 – a seguito di un reclamo formulato dalla CGIL nel quale si evidenziavano le difficoltà di abortire dovute al ridotto numero di medici non obiettori;
-il concorso pubblico indetto dall’ospedale San Camillo di Roma, previo decreto del Presidente della Regione Lazio, per l’assunzione di due dirigenti medici – disciplina ostetricia e ginecologia – non obiettori di coscienza al fine di poter garantire l’applicazione della l. 194/78;
-il richiamo all’Italia da parte del Comitato dei diritti umani dell’Onu nel febbraio 2017, con il quale quest’ultimo si è detto “preoccupato per le difficoltà di accesso agli aborti legali a causa del numero di medici che si rifiutano di praticare l’interruzione di gravidanza per motivi di coscienza”.
La mozione, alla luce delle criticità esposte, ha un duplice obiettivo ossia da una parte evitare l’interruzione e il malfunzionamento del servizio di IVG nel caso i cui si verifichino delle carenze di personale medico non obiettore e dall’altra scongiurare il pericolo del ricorso a pratiche d’interruzione a pagamento anche in condizioni di clandestinità.