GOVERNO CONDIVISO DEI BENI COMUNI E DEL TERRITORIO
a cura di Redazione Ogl Toscana
16 Gennaio 2018
Il 2 novembre 2017 è stata presentata al Consiglio Regionale della Toscana una proposta di legge su “Governo condiviso dei beni comuni e del territorio per la promozione della sussidiarietà sociale e l’attuazione degli articoli 58 e 59 dello Statuto” attualmente all’esame della I Commissione.
Il progetto di legge ambisce a diventare la disciplina di riferimento in materia di gestione e fruizione dei beni riconosciuti come comuni dalla Regione Toscana. In particolare, per “beni comuni” si intendono, così come riportato nell’art. 2 della proposta “i beni materiali, immateriali e digitali che cittadini attivi, Pubbliche Amministrazioni e altri soggetti privati riconoscono, a prescindere dalla formale imputazione pubblica o privata del diritto di proprietà, essere ad accesso diffuso e in uso pubblico, poiché capaci di generare utilità funzionali al soddisfacimento dei bisogni basilari e all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, nel loro contesto urbano e rurale e nell’interesse delle generazioni future”.
Nella relazione illustrativa alla proposta si sottolinea come il riconoscimento della potestà legislativa concorrente delle Regioni in materia di governo del territorio (art. 117, 3 comma Cost) abbia consentito, per la prima volta, un’iniziativa normativa a livello regionale in materia di beni comuni.
Il presente disegno di legge, da un lato, mira a confermare il ruolo centrale delle Pubbliche Amministrazioni nell’organizzazione della vita associata e, dall’altro, intende valorizzare il principio di sussidiarietà orizzontale in virtù del quale “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, 4 comma Cost.)
La Regione Toscana ha recepito il principio costituzionale sopra richiamato con gli articoli 58 e 59 del proprio Statuto attraverso i quali ha affermato l’importanza della collaborazione civica mediante la valorizzazione dell’autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro aggregazioni per lo svolgimento di attività di interesse generale.
L’attuazione del principio della sussidiarietà sociale in materia di beni comuni rappresenta, quindi, una opportunità per favorire forme di collaborazione tra cittadini ed amministrazioni pubbliche per la cura e la gestione del patrimonio comune.
La proposta di legge in esame, che si articola in 33 articoli, si presenta suddivisa in cinque Capi:
- Il Capo I è rubricato “disposizioni di carattere generale”, all’interno del quale sono presenti due degli articoli più innovativi della proposta di legge (artt. 5 e 6) attinenti alla “iniziativa diffusa per il governo condiviso dei beni comuni e del territorio” e “al governo del territorio, equi rapporti sociali, proprietà assenteiste”;
- Il Capo II è dedicato alle “disposizioni di carattere procedurale” ossia agli aspetti pratici della gestione condivisa dei beni comuni attinenti all’inter da seguire per l’approvazione di un patto di collaborazione;
- Il Capo III individua le “forme di sostegno al governo condiviso dei beni comuni e del territorio e la promozione della sussidiarietà sociale” attraverso la previsione di agevolazioni, esenzioni, corsi di formazione e affiancamento di personale pubblico;
- Il Capo IV contiene le disposizioni relative ad “informazioni, comunicazione e controversie” dirette a promuovere la cultura della collaborazione tra i cittadini attivi, a fornire informazioni agli stessi circa i rischi che si ricollegano alla cura e alla gestione condivisa dei beni comuni nonché a stabilire le modalità di gestione di eventuali controversie;
Il Capo V, infine, è dedicato alle “Disposizioni di coordinamento e finali”.