Buone Pratiche

IL PROGETTO “LA CULTURA CURA”

a cura di Giovanna Grigioni

23 Giugno 2022

L’iniziativa è nata, nella primavera del 2020, dall’intento di valorizzare la cultura come fattore rigenerante e leva strategica per promuovere il benessere degli individui e delle comunità, tema oggi di grande urgenza e attualità. 

Una recente ricerca dell’OMS, “What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being?” (“Health Evidence Network Synthesis”, Report 67, 2019) analizza il nesso tra arte e salute e sottolinea come le “attività artistiche, grazie alla loro natura complessa e multimodale, siano capaci di combinare più componenti diverse, tutte note per essere salutari”. 

Le arti performative favoriscono il benessere psicologico e l’autostima attraverso l’espressività, l’esperienza delle relazioni e dell’aggregazione e, inoltre, giocano un ruolo fondamentale nel favorire una dimensione di attivazione sociale che aiuta a promuovere nuovi legami e migliora la salute della comunità. 

Fondazione Solidarietà Caritas e Caritas Firenze, da molti anni, dedicano attenzione ai minori del territorio: i bambini e i ragazzi che provengono da un contesto di disagio socioeconomico o che vivono una qualche forma di deprivazione vengono inseriti in centri residenziali, centri diurni o vengono supportati grazie alle attività svolte nelle parrocchie e negli oratori. Attraverso l’aiuto di educatori professionali, animatori e volontari questi minori vengono assistiti ed accompagnati, insieme alle loro famiglie, in un percorso di crescita individuale e relazionale. Per supportare questa fascia della popolazione, poco nominata ma molto colpita dalla pandemia, Fondazione CR di Firenze e Caritas Firenze hanno deciso di promuovere e realizzare insieme il progetto di welfare culturale “La Cultura Cura”, dedicato ai minori in condizione di disagio, dai 6 ai 17 anni. “Crediamo che la cultura e l’arte – ha dichiarato il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – debbano essere tra i principali attori della rinascita del nostro Paese […] Numerosi studi scientifici epidemiologici hanno acclarato come la partecipazione culturale abbia riflessi sulla qualità̀ della vita individuale, prerequisito per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile, dal benessere individuale al benessere collettivo incidendo su tutto lo spettro del welfare”

Il progetto aveva come obiettivo quello di intercettare minori in difficoltà e, attraverso la partecipazione alle attività, lavorare sia sul piano individuale favorendo l’espressività e l’esplorazione dei propri vissuti, sia sul piano sociale favorendo la relazione e l’aggregazione (in un periodo nel quale, a causa della pandemia, i contatti con i coetanei erano stati limitati). 

Dopo un iniziale lavoro di mappatura volto ad individuare i soggetti destinatari della misura, attraverso la collaborazione dei centri di accoglienza di Fondazione Solidarietà Caritas e dei Centri di Ascolto parrocchiali, sono state coinvolte 100 famiglie e 60 minori. Questi ultimi, da maggio a novembre 2021, hanno avuto la straordinaria possibilità di partecipare gratuitamente ad attività di teatro, musica e laboratori sul gesto. I corsi sono stati realizzati da partner artistici specializzati quali il Centro Nazionale di Produzione Virgilio Sieni – Accademia sull’arte del Gesto, l’Associazione Culturale Venti Lucenti e l’Accademia Musicale di Firenze. I ragazzi sono stati coinvolti in esperienze di arti performative, inclusive e sono stati seguiti da operatori qualificati con una specifica preparazione. In aggiunta a queste attività, per i bambini/ragazzi e per le loro famiglie, dal mese di settembre 2021, sono state organizzate anche visite guidate gratuite a musei e giardini storici con l’accompagnamento di una guida specializzata e la possibilità di partecipare a spettacoli dal vivo che si sono svolti nell’area fiorentina. 

Il progetto, nato dall’idea di offrire a bambini e ragazzi che appartengono a realtà familiari deprivate la possibilità di sperimentare attività artistiche volte a favorire il loro benessere psicologico e l’autostima, è riuscito a rispondere alle necessità del territorio e sarebbe bello che potesse essere replicato nelle prossime annualità. “Era l’inizio del mese di maggio quando mi è stato proposto di individuare 8 bambini di età compresa fra i 6 e i 14 anni per inserirli all’interno del Progetto Welfare Culturale. Fin da subito mi è sembrata un’occasione da non far perdere. Per poter destinare al meglio i bambini che avrebbero potuto partecipare e metterne a conoscenza le famiglie mi sono fatta aiutare da alcune insegnanti della scuola primaria di primo grado con le quali molto spesso collaboriamo anche per altri progetti. Abbiamo quindi cercato tra coloro che non hanno e non avrebbero modo di poter vivere una esperienza del genere (teatro, musica, danza). I bambini, fin dalle prime lezioni, sono stati sempre molto entusiasti di partecipare: i racconti erano sempre pieni di particolari. Trovo che l’idea e la realizzazione di tali progetti culturali vada incontro al bisogno di “sete culturale” che troppo spesso troviamo nei bambini di origine straniera e che plachi il divario con i bambini di pari età delle nostre scuole. Girando per le scuole del mio quartiere spesso mi ritrovo in classe bambini che fanno corsi di musica, danza, sport, gite con le famiglie in musei, spettacoli teatrali cinema etc. e altri che non sono mai stati e non hanno idea di che cosa si possa fare in un corso di teatro o toccare e poi suonare uno strumento musicale… quindi questo corso li ha sicuramente resi protagonisti di un’esperienza che spesso sentono solo raccontare. Li ha inoltre messi a conoscenza di realtà sul territorio che esistono e in futuro potrebbero essere ricercate per ulteriori approfondimenti” (Sabrina Scarpi, responsabile pedagogico Oratorio San Francesco). 

Il Cardinale Giuseppe Betori ha dichiarato: “la carità si esprime attraverso la bellezza nel progetto che ha come destinatari bambini e ragazzi in condizioni di difficoltà e le loro famiglie. L’aspirazione al bello è universale ed è una bellezza, quella dell’arte, della musica, del teatro che fa bene alla vita di tutti, perché educa, crea socialità, annulla le disuguaglianze”. E ha concluso: “dare l’opportunità di visitare un museo, andare ad un concerto, frequentare un laboratorio artistico a chi non ne avrebbe la possibilità è un gesto di carità”.