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INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA FARMACOLOGICA

a cura di Redazione Ogl Toscana

16 Marzo 2018

Mozioni

Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta 09.05.2017 la mozione n. 768 avente ad oggetto la “necessità di una piena applicazione della metodica dell’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in ambito extraospedaliero nella nostra Regione”.

La mozione – approvata con 23 voti favorevoli, 6 contrari e 4 astenuti – impegna la Giunta regionale:

-ad adottare tutti i necessari atti di competenza, compresi quelli amministrativi, affinché sia garantita in Toscana un’applicazione piena della metodica dell’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in ambito extraospedaliero;

-a garantire la multidisciplinarietà, le pluralità e la qualità dei servizi offerti nei poliambulatori e nei consultori, dall’accessibilità, all’informazione, alla mediazione linguistico-culturale al fine di promuovere l’utilizzo della metodica farmacologica dell’interruzione volontaria di gravidanza;

-a continuare nel sostegno della proposta di effettuare la somministrazione della pillola RU 486 presso il presidio dell’Ospedale P. Palagi, prevedendo anche, nei casi in cui risulta essere possibile, l’estensione ad altre strutture analoghe;

-a valutare tutte le misure atte al potenziamento dei servizi extraospedalieri e consultoriali, al fine di garantirne nelle zone sociosanitarie della Toscana un adeguato numero in collegamento funzionale con gli ospedali di riferimento per renderli operativi per l’applicazione delle metodiche di interruzione di gravidanza tramite la RU486.

La RU486 o mifepristone è un farmaco utilizzato per indurre l’interruzione di gravidanza ed è stato introdotto nel servizio sanitario italiano, non senza forti opposizioni, nel 2009.

Risulta utile ripercorrere brevemente le varie fasi che hanno portato all’introduzione della RU486 nel sistema sanitario toscano.

Il primo utilizzo della pillola abortiva in Toscana risale al 2005 quando il presidio ospedaliero di Pontedera (PI)  iniziò a praticare l’aborto farmacologico attraverso l’acquisto di detto farmaco dalla Francia.

Nel 2005 le linee guida elaborate dal Consiglio sanitario regionale (Csr), dirette a garantire che l’utilizzo della RU486 fosse conforme al dettato normativo della l. 194/78, hanno previsto, tra le altre cose, non soltanto che la somministrazione del farmaco avvenisse in ambito ospedaliero ma anche che a questa seguisse un ricovero ordinario della paziente di minimo tre giorni.

Nel 2009, a seguito di un lungo iter di verifiche scientifiche, tecniche e legislative, l’AIFA ha autorizzato l’immissione in commercio della RU486 ribadendo quanto già affermato dal Csr in tema di utilizzo e somministrazione del farmaco.  

La commercializzazione della RU486 ha determinato la sua reperibilità presso le farmacie ospedaliere e la possibilità di esercitare con più libertà in tutta Italia l’IVG farmacologica, senza più la necessità di dover acquistare il farmaco all’estero o avviare progetti di sperimentazione dello stesso.

Nel 2010, dopo un anno dalla immissione in commercio della pillola abortiva, il Csr ha rivisto la scelta della degenza ordinaria in ospedale in caso di IVG farmacologica: in particolare – si legge nel parere  n. 47/2010 – tenuto conto dell’esperienza rinvenuta sul territorio toscano e della più aggiornata letteratura scientifica, si è indicato il Day Hospital, quale modalità organizzativa corretta da seguire in caso di somministrazione della RU486, riservando il ricovero ordinario solo a casi particolari.

Nel 2014 il Csr ha formulato un ulteriore parere  nel quale si contempla la possibilità di somministrare il farmaco anche in regime ambulatoriale (intendendo con tale termine poliambulatori e consultori collegati alle strutture ospedaliere).

Sul punto, lo scorso anno, è intervenuta l’assessore alla Salute della Toscana, Stefania Saccardi, la quale pur mostrandosi favorevole all’estensione della somministrazione della RU486 in ambito extraospedaliero, ha evidenziato delle perplessità sulla scelta di includere i consultori tra le strutture autorizzate alla somministrazione del farmaco, affermando che “ (….)  nel 2014 il nostro Consiglio dei sanitari aveva dato parere positivo alla pillola abortiva nei consultori ma abbiamo ritenuto che l’assistenza sia migliore in strutture più attrezzate”.

La mozione persegue l’obiettivo di promuovere la metodica farmacologica dell’IVG ritenuta meno invasiva e pericolosa per la donna attraverso due strade: 

a) rendere l’aborto farmacologico, fino al 49° giorno dall’inizio della gestazione – termine ultimo per l’utilizzo di questa pratica – una concreta alternativa all’aborto chirurgico e non soltanto una possibilità,  attraverso la promozione di campagne informative dirette a far conoscere la RU486 e le relative modalità di utilizzo;

 b) garantire un’applicazione piena della metodica dell’IVG farmacologica in ambito extraospedaliero mediante il potenziamento dei servizi extraospedalieri, poliambulatoriali e consultoriali ed il sostegno ai progetti già avviati – quali quello relativo al presidio ospedaliero P. Palagi – e a quelli futuri che potrebbero interessare altre strutture. 

Quanto esposto sembra essere confermato dall’esame dei dati forniti dall’Agenzia Regionale di Sanità relativi all’utilizzo della RU486: in particolare, nel 2013 essa è stata utilizzata solo nel 13,2% delle IVG praticate, nel 2014 nel 15,2% e nel 2015 nel 22,6% dei casi. 

Si riscontra un lento aumento del ricorso all’IVG farmacologica rispetto a quella chirurgica ma  tuttavia  le percentuali di utilizzo della RU486  sono, ad oggi, ancora molto basse.