LA TUTELA DELLA SALUTE OLTRE LA PANDEMIA
a cura di Martina Lumini
21 Dicembre 2021
Verso gli Stati Generali della salute della Regione Toscana
Negli scorsi mesi abbiamo assistito all’avvio di un percorso partecipativo da parte del Consiglio regionale della Toscana che porterà, nei primi mesi del 2022, all’approvazione di una proposta di risoluzione che poi condurrà all’avvio dei c.d. “Stati Generali della Salute” dinanzi alla Giunta regionale.
Considerato che questo percorso dovrà determinare i futuri obiettivi delle politiche regionali per la salute, in un’ottica di riforma del sistema socio-sanitario toscano, si ritiene opportuno dedicare la sezione Agenda di questo mese a questo processo, cercando di capire che cosa sono gli Stati Generali, quali sono le fasi in cui si articola questo percorso e, da ultimo, i possibili ambiti che andrà a toccare l’imminente proposta di risoluzione del Consiglio regionale anche alla luce di quanto emerso durante l’incontro organizzato dall’Ogl toscano sul tema lo scorso 18 dicembre.
L’analisi che seguirà deve essere preceduta dal richiamo della definizione di salute così come riportata dall’Oms: la salute deve essere intesa come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente come “assenza di malattie e infermità”. Questo concetto è utile per comprendere gli ambiti d’intervento di questo processo, in cui la sanità rappresenta il settore d’intervento principale, ma non il solo: si tratta, pertanto, di un percorso di riflessione, confronto e riforma che ha a oggetto un concetto di salute che comprende uno status di benessere dell’individuo collegato non solo al corpo, ma anche alla mente e al contesto sociale nel quale il medesimo è chiamato a vivere.
Le vicende che negli ultimi decenni hanno interessato il nostro Paese hanno modificato lo stile di vita, le possibilità di crescita, sviluppo e le prospettive future della popolazione, ripercuotendosi sulla natura e l’intensità delle necessità e dei bisogni dei cittadini anche da un punto di vista socio-sanitario. La crisi che dal 2008 ha messo in ginocchio il nostro sistema economico e il mercato del lavoro ha avuto tra i suoi effetti un generale e costante peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini, rendendo la povertà non più un fenomeno circoscritto ad alcune particolari categorie di soggetti, bensì diffuso in maniera trasversale, in quanto si è ampliato il ventaglio degli individui e soprattutto delle famiglie che, per diverse ragioni, si sono trovati e si trovano tutt’oggi a rischio povertà o di esclusione sociale.
A questo cambio di paradigma, tuttavia, non ha fatto seguito un equivalente potenziamento degli interventi nell’ambito sanitario e socio-assistenziale, diretti a compensare questo maggiore e più acuto stato di bisogno della collettività. La situazione si è ulteriormente contratta a seguito degli effetti prodotti dall’emergenza da Covid-19.
Alla luce del quadro sopra delineato, l’idea degli Stati Generali della Salute nasce e si sviluppa nella consapevolezza che il tessuto sociale, negli ultimi decenni, è mutato radicalmente, rendendo ancor più urgente l’esigenza di individuare le difficoltà e i bisogni che affliggono le persone al fine di fornire risposte adeguate e, al contempo le istituzioni regionali sono altresì ben consapevoli della necessità, a distanza di sei anni dall’ultima riforma che ha interessato il sistema socio-sanitario toscano, di valutare il modello vigente, esaminando e riflettendo sui punti di forza e le criticità che sono emerse in questi sei anni di attuazione1.
In un’ottica di analisi dei mutamenti sociali del nostro Paese, che possono assumere una rilevanza nell’iter di riforma del sistema socio-sanitario, deve essere considerato il cambiamento che sta interessando una delle formazioni sociali sulla quale, a oggi, gran parte della popolazione fa affidamento: la famiglia. Il declino demografico, che ormai da molti anni caratterizza la società del nostro Paese, insieme al progressivo invecchiamento della popolazione e al crescente numero di persone sole, pone delle importanti riflessioni se si considera che, nell’ambito socio-sanitario attuale, il tessuto familiare degli utenti si fa carico di una consistente parte di attività di cura e assistenza.
Come anticipato, gli Stati Generali della Salute costituiscono un singolare percorso di ascolto, confronto e riforma che culminerà, nei primi mesi del 2022, dapprima con un atto d’indirizzo del Consiglio regionale e poi con un atto da parte della Giunta regionale diretto a definire la strada e gli obiettivi delle politiche di riforma del sistema socio-sanitario toscano che verranno perseguite nel proseguo della legislatura.
Il termine “singolare”, utilizzato poc’anzi, si collega a due parole chiave che delineano due peculiarità che hanno contraddistinto la prima articolazione di questo processo, ovvero quella che si è svolta in seno al Consiglio regionale. La prima è “collegialità”, ed è espressione dell’ente legislativo che ha dato il primo impulso a questo procedimento ossia il Consiglio regionale, organo rappresentativo nell’ordinamento regionale chiamato a svolgere un ruolo di indirizzo e di programmazione mediante una proposta di risoluzione sulle priorità di riforma del sistema socio-sanitario toscano che dovrà orientare i lavori della Giunta. La seconda parola-chiave è “partecipazione”, riferita all’ampio processo di consultazione indetto dal Consiglio regionale prima della presentazione della proposta di risoluzione in aula: in questo modo, l’atto che verrà approvato in sede di Consiglio regionale non sarà solo espressione della volontà politica e dei soggetti istituzionali, ma sarà il frutto anche delle consultazioni pubbliche e della visione del sistema socio-sanitario toscano della comunità.
Passando ad esaminare, nello specifico, l’iter in cui si articola questo procedimento, e tenendo a mente quanto sin qui detto, dobbiamo partire dalle consultazione avviate dal Consiglio regionale, che hanno coinvolto dapprima i soggetti istituzionali (Asl, aziende ospedaliere e universitarie, sindacati etc)2 e poi qualsiasi altro soggetto fisico o giuridico interessato a esprimere la propria opinione sull’attuale stato del sistema socio-sanitario toscano. Questa consultazione pubblica ha interessato le realtà dell’associazionismo, i professionisti, gli amministratori locali e anche i singoli cittadini, i quali mediante la piattaforma online disponibile sul sito internet del Consiglio regionale hanno potuto inviare il proprio contributo3.
Questa fase “partecipativa” ha consentito di acquisire la visione che la comunità, nelle sue varie articolazioni e da diversi punti di vista, ha del sistema socio-sanitario toscano e, al contempo, ha consentito di comprendere quali siano le criticità che lo affliggono e su cui la comunità ritiene necessario un intervento. La consultazione pubblica, infatti, ha riconosciuto agli utenti di esprimersi su tematiche specifiche che andavano dall’organizzazione delle aziende sanitarie e della rete ospedaliera ai rapporti con le articolazioni sanitarie territoriali, passando per l’efficienza del sistema socio-sanitario durante la pandemia, la prevenzione, le politiche per la non autosufficienza, oltre che l’innovazione tecnologica e il ruolo del Terzo settore in questo ambito.
L’elaborazione del materiale raccolto dalle consultazioni online e delle audizioni verrà impiegato dal Consiglio regionale per delineare una visione del sistema socio-sanitario toscano con le sue criticità, così predisporre una proposta di risoluzione in grado di individuare le priorità d’intervento e orientare i lavori della Giunta nell’ultima fase del procedimento, nella quale quest’ultima sarà chiamata a elaborare il percorso di riforme.
In attesa di conoscere gli sviluppi di questo processo legislativo sempre in itinere presso la Regione Toscana, quello che possiamo constatare, anche a seguito degli effetti che lo stress test dell’emergenza da Covid-19 ha prodotto, è la necessità di creare politiche più strutturate, anche a livello locale, in grado di garantire la salute dei cittadini in tutte le sue varie sfaccettature e in grado di supportare il nostro sistema sanitario.
In tal senso, potranno agire la promozione e l’implementazione di tutte quelle attività che preservano il benessere fisico, psichico e sociale delle persone4, il potenziamento della medicina territoriale, la quale ha mostrato, durante questa emergenza, le sue fragilità; nonché la rete degli enti del Terzo settore, che si è dimostrata capacità di leggere velocemente i bisogni e le necessità dei cittadini, riuscendo a plasmare i propri interventi sugli stessi5.
I processi di riforma, soprattutto se attinenti a una materia ampia e complessa come quella socio-sanitaria, devono tener conto dei bisogni presenti degli individui, ma devono mantenere anche una prospettiva di lungo periodo che consenta di capire le trasformazioni sociali e le relative conseguenze anche sul piano socio-sanitario. Attenderemo con interesse l’atto d’indirizzo del Consiglio regionale per comprendere le priorità che sono state indicate e che sono frutto di quel processo partecipativo che ha consentito anche ai singoli cittadini di poter inviare un contributo in questo articolare procedimento di riforma.
1 La legge regionale che disciplina il servizio sanitario è la n. 40/2005 così come modificata dalla legge regionale 60/2008, 28/2015 e 84/2015. Con la riforma del 2008 si è introdotto un modello di sanità pubblica nel quale si è assistito all’integrazione delle politiche sanitarie e sociali regionali mediante la creazione di un unico strumento di programmazione sociale e sanitaria ossia il piano sanitario e sociale integrato. Nel 2015 si è attuato un riordino del servizio sanitario regionale che ha portato ad una riduzione da dodici a tre delle aziende unità sanitarie locali.
2 Detti soggetti sono stati coinvolti su diretto invito della Terza Commissione del Consiglio Regionale toscano e saranno tra i soggetti che verranno coinvolti anche nelle successive consultazioni che avranno ad oggetto l’atto della Giunta regionale.
3 I contributi che sono pervenuti al Consiglio regionale tramite la piattaforma online sono stati tanti ed una buona parte provenienti da privati cittadini. Le richieste di audizioni dinanzi alla Terza Commissione del Consiglio regionale, si legge dal sito del Consiglio regionale, sono state 65 e, si precisa, hanno interessato soltanto i soggetti portatori d’interessi poiché la normativa non consente l’audizione in Consiglio dei privati cittadini.
4 Il riferimento è all’attività di prevenzione, alla medicina d’iniziativa, attività sportiva, all’alimentazione etc.
5 Gli enti del terzo settore hanno dimostrato questa loro capacità durante l’emergenza da Covid-19, riuscendo a riorganizzare i propri servizi nel rispetto della normativa emergenziale e garantendo un servizio di assistenza ai cittadini nell’affanno dell’intero sistema socio-sanitario.